“Le ragioni del corpo. I centri di energia vitale nell’esperienza
cristiana.” di Antonio Gentili, ed. Ancora,2007
Tav. 12 contenuta nel libro: Cristo Energizzatore. Icona conservata nella Casa di
Esercizi di Eupilio.
Già dalla prima pagina
l’autore dà una definizione di corpo, sostenendo che si tratta di un ospite e
compagno dell’anima. Fin da questa definizione si può intendere come questo
libro cerchi di trovare degli agganci tra una visione cristiana del corpo e
della preghiera, con le tecniche psico-spirituali dello yoga, in particolare
della meditazione. Il libro descrive, passo passo, il legame tra i centri
energetici, o cakra, e i punti vitali che possiamo incontrare anche nei
racconti del Vangelo e nella pratica della preghiera profonda. Ad esempio, a
pagina 27, l’autore tratta del segno della croce: «Il segno della croce non
nasconde un cammino di autentica iniziazione al mistero? Esso comporta
anzitutto la progressiva familiarizzazione con l’unico e trino Signore. (…)
L’energia che essi racchiudono (…) viene accolta dall’intera nostra persona,
dal momento che il gesto fonde la dimensione verticale (altezza-profondità) con
quella orizzontale che ci dilata ai confini del mondo. In particolare, sulla
mente e sul cuore si posa la mano benedicente come ad indicare i due centri più
importanti in ordine all’esperienza interiore (…)». Il libro elenca, uno per
uno, tutti i centri energetici, dividendo i tre centri inferiori
(corrispondenti al I, II e III cakra) dai quattro superiori (dal IV al VII),
ogni capitolo è corredato da esercizi spirituali che aiutano il praticante a
mettere in pratica questa interiorizzazione dei centri energetici utilizzando
temi e “ambientazione” tipiche della preghiera cristiana. In particolare
l’autore fa riferimento alla preghiera a Gesù o Preghiera del Cuore, conosciuta
anche come preghiera del Pellegrino Russo, tecnica di preghiera profonda usata
dagli esicasti, uno splendido esempio di incontro tra spiritualità orientale e
occidentale che anticipa i padri della Chiesa e il “moderno” cristianesimo. In
ultima analisi l’autore porta esempi di esperienze mistiche di alcuni santi,
che hanno fisicamente esternato il contatto con il divino attraverso una
specifica zona del corpo. Per capire meglio vediamo una piccola carrellata di
tutti i centri energetici, partendo dall’alto e scendendo verso il basso:
La
sommità del capo – VII cakra, Samsara
L’autore cita anzitutto la
rappresentazione dell’aureola come costante dell’iconografia cristiana, spesso
rappresentata anche con lingue di fuoco, come simbolo dell’irradiazione dello
spirito santo, che nello yoga è rappresentato dal suono Om, come disse il maestro
Paramhansa Yogananda nel suo libro “Il vangelo di Gesù, vol 1” (Vidyananda Edizioni, 1999).
L’occhio
spirituale – VI cakra, Ajna
Sede dell’apertura al
trascendete, della chiaroveggenza e del discernimento. Qui l’autore riporta
esempi di Santi che ebbero il carisma della chiaroveggenza, ovvero della
premonizione di eventi realmente accaduti
La
bocca/gola – V cakra, Vishuddi
L’autore racconta qui
degli episodi registrati in ambiente cristiano di glossolalia, ovvero il dono
di parlare lingue sconosciute, durante una profonda preghiera/meditazione.
Il
cuore - IV cakra, Anahata
Sede dell’amore cristico,
anche secondo lo Yoga tradizionale, l’autore qui ci parla della tradizione
mistica in cui non sono pochi gli esempi di «trafitture, trapianti e
sostituzioni di cuore».
Il
plesso solare – III cakra, Manipura
Meno vistose le
attivazioni carismatiche riguardanti i 3 cakra inferiori, l’autore ci parla
della «straordinaria forza che si sprigiona nei martiri quando devono
affrontare prove atroci».
Le
viscere – II cakra, Swadhisthana
Qui, entrando più in una
manifestazione emotiva piuttosto che fisica, l’autore parla della grande carità
espressa da molti santi. Come se la commozione davanti alla povertà e al dolore
“aprisse le viscere”, basti pensare a Madre Teresa di Calcutta.
Il
centro basala – I cakra, Muladhara
Riguardo questo centro
energetico l’autore ci parla della lievitazione dei santi, sottolineando come
l’energia, durante le pratiche spirituali, salga dal basso verso l’alto,
attraversando cioè i cakra superiori.